La luce di Pietrasanta illumina la bellezza del tutto particolare di un luogo che attira da decenni artisti da tutto il mondo, arrivati per lavorare, alcuni dei quali si sono fermati qui per il resto della vita. Qui ci sono persone capaci di dare agli ospiti di talento non solo una ″pietra″ da scolpire, ma anche una cultura artigianale e commerciale che utilizza gli oggetti per stabilire profonde relazioni di amicizia oltre che culturali e artistiche. Uno di questi artisti che una volta arrivato è rimasto è Girolamo Ciulla, originario di Caltanissetta, città interna alla Sicilia. Il 15 aprile 2023, il Comune gli ha conferito la cittadinanza onoraria dopo che Ciulla aveva vissuto e lavorato in città dagli anni Ottanta. Dopo l′otto dicembre 2023, giorno in cui l′artista ha lasciato questo mondo, altri ricordi della persona e della sua arte da parte della comunità sono stati numerosi e intensi.
Nell′ambito di Pietrasanta Cult, manifestazione culturale che si tiene annualmente nel Chiostro di Sant′Agostino, la serata del 10 luglio 2024 era intitolata ″Vittorio Sgarbi racconta Michelangelo″, ma è stata l′occasione per ricordare Girolamo Ciulla da parte del critico Vittorio Sgarbi e della gallerista Susanna Orlando.
La frequentazione tra Vittorio Sgarbi e Girolamo Ciulla è iniziata molti anni fa, quando i fermenti artistici erano vivacissimi e tutti aspettavano che la rivoluzione pensata nel ′68 avesse finalmente un epilogo, magari col recupero di qualche valore frettolosamente messo da parte. Sgarbi ha conosciuto Ciulla negli anni 80, è stato il primo critico a interessarsi di artisti italiani che recuperavano la classicità del figurativo, e narra spesso come sia legato a lui dal numero 8, proprio il numero che indica l′equilibrio cosmico. Girolamo Ciulla è nato l′8 marzo del 1952, Vittorio Sgarbi due mesi dopo esatti, l′8 maggio dello stesso anno, due coetanei attratti in modo diverso dal mondo dell′arte.

Nella sua conversazione nel Chiostro di Sant′Agostino, Sgarbi ha ricordato come Ciulla fosse uno scultore arrivato al classicismo direttamente attraverso l′archetipo culturale che accomunava la Sicilia con la Grecia. L′archetipo estetico scolpito nella pietra dagli scultori antichi classici. Per questo Ciulla si doveva fermare a Pietrasanta, perché proprio qui c′è la cultura della pietra che si fa narrazione, ed è per questo che ci ha vissuto fino al termine della vita, avvenuta l′8 dicembre del 2023, segnando la coincidenza con il medesimo otto armonico.
Susanna Orlando ha invece conosciuto Ciulla nel 1990, quando lavorava già come gallerista a Forte di Marmi, ed era in cerca di una casa a Pietrasanta, nella quale trasferirsi. Il passato ritorna nitido alla mente e nel racconto della gallerista. All′epoca si poteva entrare in città dall′Arco di Porta a Pisa, per parcheggiare l′auto in Piazza del Duomo. La gallerista aveva appuntamento con un′amica che l′avrebbe introdotta nella comunità degli artisti e degli artigiani del posto. La piazza era bellissima, bianca, piena di luce, ma vuota. Non c′erano negozi, non c′era gente, erano aperti solo un paio di bar. Una paese bellissimo, ma deserto. C′era solo da aspettare un po′. Poi la piazza si riempì di persone e macchine, ragazzi, adulti, tanti stranieri, tutti impolverati. Che vita fosse quella di Pietrasanta era subito evidente. Susanna Orlando conobbe anche Girolamo Ciulla, al quale chiese di visitare lo studio, ricevendo uno scontroso rifiuto. Lo studio è una cosa privata, mentre la casa di Ciulla era aperta, e aperta era la sua cucina, dove lui cucinava con passione meridionale e si beveva molto vino. Ma come vedere le sue sculture?
Ciulla frequentava lo Studio Angeli, all′epoca punto di riferimento per molti artisti. Susanna Orlando ci andò per conoscerlo. Lo vide immerso nel bianco: bianca era la stanza, bianche erano le cere e i gessi, il travertino, tutti gli oggetti, neri erano solamente il sigaro e gli occhi dello scultore siciliano, anche lui impolverato di bianco, circondato dalle proprie sculture. Il ″no″ iniziale è diventato nel tempo il cemento di un′amicizia generosa durata più di trenta anni, fruttuosa di iniziative artistiche e mostre fino alla scomparsa di Girolamo Ciulla.

Foto di Mattia Taddei ©
Susanna Orlando, nella propria galleria di Pietrasanta, ha allestito dal 22 giugno al 25 agosto 2024 la personale dal titolo ″Girolamo Ciulla. Respiri oltre il tempo. L’amuri è comu u ventu, nun si po vìdiri, ma si po sentiri″. La mostra presentava una selezione di sculture in travertino eseguite nell′arco temporale che va dagli anni ′90 agli anni 2000, come le storiche opere titolate Stele con coccodrillo, Afrodite e Nuova luna in Agrigento. La mostra di sculture era corredata da bellissimi disegni su carta, altra potente testimonianza dell′animo poetico di Ciulla. L′allestimento delle opere, posate su basi di legno informali, quasi in attesa dell′ultimo colpo di scalpello, richiama l′atmosfera dello studio di Ciulla, al quale quasi nessuno poteva essere ammesso, se non dopo verifica di confidente lealtà artistica. Il giorno del finissage, l’allestimento è stato modificato per dare accesso alle opere di Ciulla attraverso una cascata di edera e rami di salice, come un velo sacro da attraversare per sentire la religiosità dell’atmosfera che si poteva respirare nello studio di Ciulla, ricreato con grande emozione spirituale da Susanna Orlando.

Foto di Mattia Taddei ©
Nel 2024, Mariella Poli, con la propria casa editrice pietrasantese Athenaedizioni, ha curato la terza edizione del libro Ritratti d’autore – incontri di vita d’artista e opere –, ampliandola con un contributo critico di Alessandro Riva su Girolamo Ciulla. Il testo che Riva dedica allo scultore è intitolato Girolamo Ciulla. La vita e la morte oltre il velo di Maya, per dirci che la sostanza dell′opera di Ciulla è fatta di magia, sogno, memoria, comprensione immediata della verità, la stessa su cui si fonda la narrazione mitologica del mondo, sull′alternarsi dei cicli di vita e di morte. Riva ci ricorda come Ciulla abbia avuto il raro dono di dire attraverso la forma qual è la vera conoscenza, fatta di visioni profonde, interiore, quella che si attinge meglio attraverso la poesia. Il poeta esercita l′unica attività umana in grado di farci dimenticare la caducità delle cose e apprezzare fino in fondo l′eternità del pensiero. L′immortalità è assicurata agli esseri umani da quegli artisti che sono capaci di trasformare la materia in significato, proprio come Ciulla, quando ci ha mostrato la possibilità di vedere la verità della vita nonostante il velo posto dal sogno e dalla narrazione.

Foto di Nicola Gnesi ©
Un omaggio particolare a Girolamo Ciulla è stato quello della Galleria Etra Studio Tommasi, di via della Pergola a Firenze. Francesca Sacchi Tommasi, pietrasantese di origine, ha allestito con la partecipazione del fotografo Nicola Gnesi, la mostra Le ali di Girolamo, aperta dal 7 al 28 dicembre 2024. Oltre alle sculture di due figure femminili e una piccola scimmia, è stata allestita una sorta di Processione di statue, pensata da Girolamo ma mai uscita dal suo studio. Stanno in silenziosa fila figure posizionate come nelle processioni che si svolgono nei paesi siciliani nelle diverse occasioni liturgiche. Nella sua processione laica, Girolamo Ciulla ha sistemato un asinello d′oro, come quello di Apuleio, che porta sul basto due tempietti greci, come quelli di Segesta e Agrigento. Le ali di Girolamo, che danno il titolo alla mostra, sono quelle che lui ha disegnato sulle spalle di San Giorgio, il cavaliere che uccide il drago per difendere la religione cristiana. Ma nella fantasia mitologica dello scultore, il drago è un coccodrillo, l′animale totem mediterraneo che ha guidato la mano di scultore di Girolamo Ciulla.
Volando sulla groppa dei coccodrilli alati di Ciulla chi sa reggere le vertigini del mito può salire in Paradiso.
Gian Luigi Corinto e Mariella Poli

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